A Torino è molto di moda parlare di cultura dell'accoglienza.

Ma accoglienza non è solo tutela e supporto alle minoranze o ai meno fortunati che transitano o si stabiliscono nella nostra Città. Ieri in occasione dell'acquisto di due bottiglie di gassosa sono stato in visita al mini market alimentare realizzato all'interno della nuova galleria commerciale della stazione di Porta Nuova (lato accesso da via Sacchi). Lo scenario è merce appoggiata a terra su bancali di legno, scaffali di recupero, luci da hard discount, scatoloni utilizzati come espositori.

Se uno straniero arriva a Torino in treno e va a cercare una bottiglia del nostro miglior Barbaresco in un posto così, crede di avere sbagliato indirizzo. Costava molto, vista la bella struttura trasparente in vetro confinante con il muro originale, dotare il luogo di un arredamento e di un assortimento di prodotti degno di una Città con la presunzione di essere "culla dello sviluppo", per dirla con Franco Bernabè ?

Anche Telecom Italia, tre mesi dopo Fastweb porta a Torino la banda larga. Ovviamente i costi di abbonamento al servizio saranno molto più elevati rispetto alle teconologie attuali, ma in Italia siamo abituati a farci spolpare dalle bollette del telefono, fisso e mobile, che 20 euro in più al mese non ci cambieranno la vita (!). L'AD Telecom Italia, Franco Bernabè ha definito Torino "culla dello sviluppo". Peccato che poi il bambino cresca ed inesorabilmente venga risucchiato dalle città limitrofe. Intanto godiamoci il download di materiale (legale) a velocità da brivido. Se le eccellenze tecnologiche rusciranno a fare di Torino una città ad alto tasso di ripresa, come pare abbia definito la nostra città il prof. Richard Burdett in un convegno a Chicago, possiamo ben sperare in un 2011 meno nefasto. Liberiamoco dunque da questa immagine lugubre di città di battilastra dove ci si piange addosso e ci si ubriaca di movida notturna, pensando invece ai larghi orizzonti del futuro tecnologico subalpino.

 

Quando si pensa ad un esempio poco virtuoso di amministrazione pubblica si pensa sempre a Taranto che è ben vero che da sempre ha bilanci dissestati ma si trova oggi in buona compagnia con altre città italiane, a partire da Torino.

Dopo l'urlo di Enrico Salza che dalla poltrona dell'IREN sollecita una bolletta al Comune di Torino di 300 milioni di euro a tutt'oggi insoluti, andiamo a guardare qualche dato e risulta, fonte fine 2009, che la nostra città è indebitata per più di 5 miliardi e mezzo. Ciò significa che ciascun torinese, neonati compresi, ha sulla schiena un debito di 5781 euro.

Viene da domandarsi se quanti ritengono che per trovare una soluzione al prossimo candidato alla poltrona di primo cittadino sarebbe bello poter clonare Chiamparino (il quale - come è noto - non è più presentabile dopo due mandati consecutivi) abbiano davvero le idee chiare e la mente sgombra.

Il sindaco uscente ha surfato sulle nevi del 2006 infilando filotti in ogni ambiente, mietendo successi e percentuali da elezioni bulgare nelle ultime elezioni amministrative ma non si è mai preoccupato di come onorare i debiti contratti per la vetrina olimpica ed altri settori della sua Casa. Crediamo che il primo a non voler essere clonato sia proprio Chiamparino, almeno alle rogne e alla voragine dei debiti ci penserà qualcun altro.

Questa non è amministrazione ma cura dei propri interessi elettorali, cari amici lettori. Torino ha strade che fanno pena, marciapiedi da infortunio e angoli di verde abbandonati e luridi da definire indegni di una città civile. Si allungano dinanzi a centri di assistenza e carità le file di persone rimaste senza lavoro cui viene dato per cena un panino al salame e una mela. Eppure dicono che questo sindaco abbia fatto molto per Torino...tanto da essere l'unico ascoltato in Città e decisore unico nella compagine politica di cui fa parte e dalle labbra del quale pendono centinaia di persone in attesa di poltrone, strapuntini e scendiletto del sottogoverno locale per mantenere lo stile di vita degli anni d'oro.

Tutto questo mentre - indisturbati - 181 dirigenti del Comune di Torino continuano a ricevere stipendi da mille e una notte > www.torinoggi.it/uploads/media/72_file.pdf

Non possiamo continuare a fare finta di niente e vogliamo sostenere la battaglia per aiutare le persone in difficoltà (e sono molte) che il consigliere regionale Alberto Goffi sta combattendo con Equitalia alla quale chiede di poter dilazionare le cartelle esattoriali che negli ultimi tempi vengono sparate a mitraglia a cittadini un pò distratti (multe non pagate, vecchi conti mai saldati con il fisco e con la galassia di amministrazioni pubbliche creditrici). La provocazione ha addirittura scomodato da Roma il direttore di Equitalia Attilio Befera che con loden blu e auto blu ha voluto incontrare di persona questo cittadino che si è preso il mal di pancia di fare qualcosa per qualcuno. Meditate.

I responsabili del comitato di festeggiamento per i 150 anni dell'Unità d'Italia addebitano la mancanza di entusiasmo tra i cittadini all'eccessiva concentrazione sui propri interessi di una "classe dirigente che pensa più all'autotutela che al futuro". Il direttore Vanelli - vice presidente del comitato "Italia 150" - potrebbe indicarci, al di là dell'importante evento istituzionale di cui si occupa come primo dirigente, qualche sua buona ricetta per uscire dallo spettro di una crisi che morde duro e dare speranza a migliaia di famiglie torinesi che dopo tre giorni di lavoro alle Carrozzerie da lunedì prossimo saranno in CIG sino a fine Gennaio 2011 ? Magari a mente più serena qualcuno indosserebbe un foularino o un paio di giarrettiere tricolori.

Il 2008 è stato l'anno del World Design Capital e come di consueto sono piovuti su Torino - città prescelta - alcuni milioni di euro che sono stati investiti in opere nella stragrande maggioranza dei casi completamente inutili. In particolare alcune installazioni multimediali sono un esempio che ancora si può rimirare in corso Giovanni Agnelli di fronte allo Stadio Olimpico dove fa bella mostra di se un monitor da 15 pollici, spento, scocciato ed impolverato, incastonato dentro un guscio alto quasi tre metri. Già era inutile da acceso, figuriamoci da spento. Quanto ancora dovrà stare lì ?