Oggi è la giornata dell'alzata di scudi del mondo della cultura contro la falce impietosa del governo che negli ultimi due anni ha drasticamente ridotto i trasferimenti di denaro pubblico verso questo prestigioso comparto.
Come non condividere il senso di rammarico nel constatare istituzioni artistiche e culturali di primissimo livello, come il Teatro Stabile di Torino, Il San Carlo di Napoli o il Teatro dell'Opera di Roma, in affanno nel garantire gli onorari degli artisti, dei sarti, degli elettricisti e di tutto l'apparato organizzativo che gravita intorno al mondo dello spettacolo.
E' altresì necessario considerare che in una scala di priorità la cultura e lo spettacolo vengono dopo la quotidiana minestra che un padre di famiglia deve preoccuparsi di garantire ai propri figli. Ed è di questo che oggi molti padri si devono occupare nella situazione in cui versa l'economia del nostro Paese, con conseguente impegno del governo innanzitutto in questa direzione.
Una idea sarebbe chiedere a tutti gli appassionati che oggi manifestano il loro sdegno nei confronti di questa situazione, che aprano i cordoni delle loro borse, disponibili ad assumersi l'onere di pagare biglietti più cari agli spettacoli e perché no, l'onore di finanziare con donazioni personali (il FAI, Fondo per l'ambiente Italiano è un esempio) la cultura a loro tanto cara ed indispensabile.