Fosche ombre oscurano la filiforme figura di Giovanni Conso, uno dei più grandi giuristi italiani nato a Torino nel 1922 e che ha scalato le più prestigiose posizioni dell'universo giuridico e politico italiano.

Salta fuori che nel '93 durante il suo incarico ministeriale in Via Arenula, in piena strategia della tensione per le bombe mafiose, egli senza dirlo a nessuno si assunse la personale responsabilità di non rinnovare il famigerato articolo 41 bis che prevedeva il carcere duro per i 140 detenuti del carcere palermitano dell'Ucciardone.

A suo dire lo ha fatto per evitare altre stragi che il Paese non avrebbe potuto tollerare. Ci sfiora però il dubbio che questa scelta abbia invece indirettamente favorito l'organizzazione mafiosa che credendo invece fermamente nella strategia della tensione l'anno successivo piazzò una Lancia Thema carica di chiodi ed esplosivo davanti allo stadio Olimpico di Roma, che per fortuna per un malfunzionamento del telecomando non saltò per aria salvando la vita a cento carabinieri.

Fa molto scalpore, pensando all'illuminato cursus honorum del prof. Conso, che non abbia pensato neppure per un attimo che la sua decisione avrebbe potuto essere fraintesa. A Torino in molti sono rimasti sbigottiti.

A Milano come sempre ci sono arrivati prima.

L'idea è una sana ricetta per aiutare le famiglie che non potendo permettersi periodi di vacanza considerata la situazione economica in cui versa oggi il Paese, potranno così contare sulle scuole elementari aperte dal 27 dicembre al 7 gennaio, esclusi i giorni di festa.

Il costo previsto è di 12 euro al giorno per far seguire i propri figli da personale qualificato dalle 8,30 alle 18. Costa molto meno di una baby sitter !

Speriamo che anche a Torino - dove lo cose non vanno meglio che a Milano - l'Amministrazione pubblica faccia sua l'idea aiutando le famiglie che devono lavorare per arrotondare i propri bilanci, anche nel periodo natalizio.

L'assessore al personale del Comune di Torino Domenco Mangone propone ai dirigenti comunali di rinunciare al bonus (tremila euro l'anno) per reperire risorse e sostenere l'agevolazione all'abbonamento sui mezzi pubblici dei colleghi di grado lavorativo inferiore i quali non avrebbero quest'anno la garanzia di ottenere questa prestazione.La Regione Piemonte ha fatto capire che di soldi non ce ne sono e pertanto il Comune dovra', se vuole, pensarci lui.

Considerato che i dirigenti comunali guadagnano tra i 70 e i 150 mila euro l'anno diremmo che potrebbero mettere loro mano al portafoglio ed aiutare i colleghi meno fortunati. Che poi tanto sfortunati non sono se pensiamo che i comuni mortali che non lavorano per il municipio l'abbonamento al tram se lo pagano per intero.

Riteniamo non siano tempi adatti a mantenere non solo certi privilegi ma sopratutto sia quantomeno eticamente offensivo garantire stipendi cosi' onerosi che gravano interamente sulle spalle della collettivita'.

 

Il professore torinese questa mattina fa outing sul principale quotidiano torinese. Non per la sua omosessualità da sempre dichiarata ma per favorire un suo amico, un certo Revelli, a candidato sindaco di Torino.

Al di là del lancio della candidatura nel vuoto delle previsioni, dobbiamo segnalare ed appoggiare il suo raffinato pensiero come esempio da seguire.

Egli ricorda infatti i bei tempi del suo laboratorio politico negli anni settanta in una soffitta di via Mazzini dove lasciava il portone aperto e chiunque era invitato, se voleva, a bere un bicchiere di vino in sua compagnia. Interessante e assolutamente condivisibile la considerazione sulla necessità di riaprire le sedi di partito nei quartieri e di "non lasciare la gente davanti alla televisione".

C'è bisogno di confronto tra le persone, di portare nuovamente i singoli a ritrovarsi per discutere di politica, non lasciando a Gianni Vattimo la medaglia di ultimo esule che parla ancora di destra e di sinistra.

Non resta altro che applaudire. Un libraio eporediese ha deciso di aprire un negozio nel cuore del margine nord di Torino - a Barriera di Milano - dove quando ci si pensa viene in mente la discarica di via Germagnano o i graffiti sui muri dei casoni grigi di periferia. C'era bisogno di portare in questo quartiere una sana ventata di cultura e di opportunita' di accesso anche per chi deve fare i conti con questa crisi cattiva. E non solo. I libri venduti in questo nuovo punto vendita che avra' un nome latinoamericano saranno principalmente remainders e comunque volumi che non vengono piu stampati da anni ma che sopratutto costano la meta' delle lussureggianti copertine alla Ken Follet vendute a non meno di 25 euro a copia. In controtendenza con i centri di grandi dimensioni che hanno distrutto le librerie indipendenti perche' si possono permettere sconti elevati, finalmente un imprenditore ha deciso di aprire non una pizza al taglio o peggio ancora un negozio di telefonia ma un luogo dove anche i bambini possano tornare a credere nelle cartacee pagine dei libri per la loro crescita intellettuale.